domenica 20 dicembre 2015

Letture in pillole #2

Brevi, ma intense, impressioni sulle mie ultime letture. Vi parlo di libri che mi hanno entusiasmato davvero tanto, che mi hanno lasciato qualcosa, che secondo me meritano davvero di essere letti.
Insomma, visto l'andazzo della mia vita - sempre super impegnata - vi propongo questa nuova rubrica, letture in pillole, per stuzzicare il vostro appetito da lettori con il mio solito chiacchericcio!

Oggi parliamo di L'uomo che ride di Victor Hugo e Cassandra di Christa Wolf. 



Titolo: L'uomo che ride
Autore: Victor Hugo
Edizione: Mondadori
Prezzo: € 11,00
Pagine: 717

Alla fine del diciasettesimo secolo, un bambino viene abbandonato da una banda di fuorilegge, i comprachicos, sulla costa meridionale dell'Inghilterra.
"Essere comico fuori e tragico dentro: non c'è sofferenza più umiliante, nè collera più profonda. Gwynplaine aveva quella sventura. Le sue parole volevano agire in un senso, il suo viso agiva in un altro: condizione terribile." 
Hugo, maestro indiscusso del romanzo storico ottocentesco, ci regala una vera e propria chicca. Per quanto considerato una delle sue opere minori, che potrebbe impallidire di fronte ai mastodontici I miserabili e Notre-Dame de Paris, ha una sua bellezza intrinseca che vale la pena di sfogliare.
Un affresco sulla società inglese del XVII secolo lungimirante, in cui vengono messi a fuoco il parassitismo della nobiltà e la sua opulenza, l'estrema povertà di un popolo sottomesso. Una realtà deformata e mutilata nella sua intelligenza.
"L'uomo è mutilato. Quello che hanno fatto a me, l'hanno fatto al genere umano. Gli hanno deformato il diritto, la giustizia, la verità, la ragione, come a me gli occhi, le narici e le orecchie; come a me gli hanno messo nel cuore una cloaca di collera e di dolore, e sulla faccia una maschera di allegria. Dove si era posato il dito di Dio, s'è appoggiato l'artiglio del re. Mostruosa sovrapposizione."
Questa è la storia di Gwynplaine, uomo destinato ad un ghigno perpetuo.





Titolo: Cassandra
Autore: Christa Wolf
Edizione: Edizioni e/o
Prezzo: € 8,50
Pagine: 189

Cassandra, la veggente di sciagure a cui nessuno crede, la figura femminile di cui si percepisce solo l'ombra nell'Iliade, grida a gran voce nelle pagine di un libro che non è una rivisitazione in prosa delle grandi gesta che videro crollare Troia sotto le armi dei greci, bensì un manifesto di memorie che ritrovano la luce nella penna di Christa Wolf.
"Ecco dove accadde. Lei è stata qui. [...] Vicine, oggi come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino: verso la porta dal cui fondo non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola. Con questo racconto vado alla morte."
Una morte che corrisponde ad alienazione, quel punto cruciale in cui con l'avvento della società patriarcale e gerarchica, l'epressione letteraria femminile sparisce per millenni. (C. Wolf)
Il libro della vita, il vessillo che dona dignità e consapevolezza ad uno dei personaggi che non ha mai potuto brillare tra i versi dell'opera di Omero, designata come vittima dell'autodistruzione di un modus vivendi.
Cassandra diventa il filo conduttore di tremila anni di storia, una delle figure più lontane eppure forse la più paradigmatica per il nostro tempo.
"Fu Enea - lui, a cui credetti sempre, perchè gli dèi trascurarono di donargli la capacità di mentire -, fu Enea, che mi confermò tutto, parola per parola: sì."
 Claudia, La giovane Libraia


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