giovedì 31 marzo 2016

Libri in pillole #3 - Perchè leggere Dostoevskij

Come vi ho spesso detto, la mia vita da lettrice è una continua metamorfosi, uno sperimentare nuovi generi ed autori, alla ricerca di una visione più ampia e, azzardiamo, completa.
Mi metto in gioco come lettrice, ma anche come persona.
D'altra parte non è questo uno dei pregi più grandi della lettura stessa? Crescere pagina dopo pagina, riscoprirsi tra le parole.
Ed è per questo che voglio invitarvi ad avvicinarvi al mondo della letteratura russa dell'Ottocento, dal quale mi sono sempre tenuta volontariamente alla larga. Fino a quando non ho letto Le notti bianche di Dostoevskij.

Gli autori russi hanno sempre quella strana tendenza ad intimorire il lettore medio, sia per la ben nota prolissità dei loro elaborati, sia per quel misticismo reverenziale che avvolge le imponenti, quasi ingombranti, figure di Tolstoj, Dostoevskij, Gogol' e Turgenev.
Complice forse anche l'istruzione scolastica, si è sempre un po' ostici nell'intraprendere la lettura di un romanzo russo, soprattutto se parliamo dei mattoni più conosciuti Anna Karenina e Delitto e Castigo.
Ma se invece che buttarsi a capofitto in Guerra e Pace non ci si facesse spazio in punta di piedi?
Piano, piano. Giusto un assaggio, per poi innamorarsi perdutamente della società cristallizzata della Russia zarista.
Insomma, perchè non iniziare con Dostoevskij? Perchè non iniziare da Le notti bianche e Il giocatore?

Dostoevskij è un innovatore e la sua genialità traspare anche da questi romanzi brevi. Anzi, tutto il suo potenziale è riassunto proprio nelle sue opere minori. Dei veri e propri emblemi di quello che sarà - o così spero - nei suoi romanzi più celebri.
Il romanzo di Dostoevskij è polifonico. Dimenticatevi della narrativa tradizionale, dove i pensieri dei personaggi sono proiezioni della visione dell'autore stesso.
Con Dostoevskij ci troviamo di fronte a un coro di voci indipendenti, in cui il narratore è solo uno tra tanti, allo stesso livello di tutti gli altri personaggi.
Ecco la grandiosità di questo autore.
Come scrisse Bachtin "Dostoevskij crea non schiavi silenziosi, [...] ma uomini liberi, atti a stare accanto al loro creatore, a non condividere le opinioni e persino a ribellarsi contro di lui."
Ci troviamo di fronte ad una pluralità di mondi, tappezzati da protagonisti con una propria visione della realtà.
La dimensione temporale abbandona l'oggettività a favore di una dilatazione completamente soggettiva, corrispondente alla profondità dei processi interiori dell'uomo.
Ed è così che il sognatore de Le notti bianche e Aleksej Ivanovic de Il giocatore sono liberi tra le pagine, nella loro incompiutezza, sottratti a qualsiasi definizione stabile.
Senza una direzione, senza risposte, senza verità.

Tra il materialismo ossessivo di Aleksej Ivanovic per il gioco d'azzardo e l'impalpabilità delle emozioni del sognatore c'è tutto questo.
Apparentemente due racconti agli antipodi, così differenti, eppure entrambi così venali, collegati da un sottile filo conduttore: il gioco crudele della vita.
Tra le parole di un Dostoevskij quanto mai ironico e distaccato, c'è sempre quell'ombra dell'irrealizzabilità di ogni qualsiasi progetto di felicità umana.
Uomini non schiavi del loro creatore, quanto piuttosto della loro stessa natura, della loro stessa vita. Incapaci di sdoganarsi dai loro vizi, ma con la voglia di violare ogni regola imposta dalla visione socialista, razionalista e capitalista. Posti all'interno di un continuo dibattito tra bene e male, perversione e bontà.

Quando al liceo mi è stato detto "Dante è tutto", ci ho creduto. Tutt'ora ci credo.
Ma ho scoperto che c'è dell'altro.
C'è Dostoevskij.

Claudia

Contatti
(Gruppo di lettura A cena con Dosto di Rebecca qui)

6 commenti:

  1. Parole sante! Bellissimo post, Claudia :)

    RispondiElimina
  2. Bellissimo post.
    E' da un sacco di tempo che voglio leggere Dostoevskij. Avevo trovato in mansarda una vecchissima copia di Anna Karenina, ma a quanto pare è scomparsa totalmente!! Devo decidermi a prendere qualcosa, pensavo a Le notti bianche per iniziare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Direi che sarebbe perfetto per iniziare! Almeno, per me è stato un buon punto di partenza.
      Io sto leggendo Anna Karenina proprio ora. Credo di essermi innamorata anche di Tolstoj. Sono un caso disperato, insomma.
      Fammi sapere come va il tuo primo appuntamento con Dosto :)
      Grazie per il commento.
      A presto!

      Elimina
  3. Da dove partire non ha poi così importanza. Io ero terrorizzata all idea di leggere un autore cosi imponente, ma quando ho inziato Delitto e Castigo è andato tutto spontaneamente, senza intoppi, senza cedimento, ed è stato commovente. Entra subito nel cuore perchè parla una voce sincera, non c'è artificio.
    Bel post, complimenti :)

    RispondiElimina
  4. Grazie mille :)
    Io in generale mi butto su un autore senza troppi complimenti. Non mi faccio intimorire, se si può dire. Spesso però nel consigliare alcuni titoli di autori abbastanza imponenti (vedi sopra ahah) mi sono ritrovata davanti a lettori che "non se la sentivano". Con questi post cerco di incuriosire e dare un po' di coraggio! Perchè secondo me ne vale davvero la pena!

    RispondiElimina

I commenti alimentano il mio blog :)
Perchè non scrivere qualcosina?