domenica 1 maggio 2016

Libri in pillole #5 - Anna Karenina muove il mondo

Eccoci, dunque.
Io, un foglio di carta bianco e te.
Solo noi due, per l'ultima volta. Poi ti poserò nel tuo scaffale, accarezzerò il tuo dorso e sospirerò.
In realtà è un arrivederci, e tu lo sai bene Anna.
Sai che negli ultimi venti, trenta giorni - quanti sono stati poi? - mi hai scavato un piccolo solco nell'anima, pagina dopo pagina. E pensare che all'inizio non ti capivo nemmeno poi tanto; troppo fredda, forse. 
Col tempo ho imparato a conoscerti meglio. A dire il vero non c'è voluto poi molto. Giusto qualche battuta, qualche sguardo con Vronskij e io ti ho capito.
Era questo che volevi Lev, giusto? Un lettore sveglio, che andasse oltre la corporeità delle vicende narrate.
Eh sì, perchè un discorsetto va fatto anche a te. Non mi sono di certo dimenticata.
Hai presente Schopenhauer? Magari lo avrai sentito nominare, anche solo per sbaglio. Bhè, questo signore parlava di un certo velo di Maya, un velo che distorce l'essenza della realtà stessa, posto tra noi e la verità. Ed è come se tu lo avessi strappato. Ma come è possibile?
Ah, il potere delle parole. 
E ora mi trovo a delirare su quello che hai scritto, mio caro Lev.

Vorrei parlare di Vronskij, uomo quanto mai ordinario, il quale vive di rendita, ama le corse ippiche, non riesce a far tacere la madre, corteggia un po' tutte le donne che incontra. Ma dimmi, come faccio? Come faccio a spiegare quanto la sua personalità sia diversa da quella di Anna? Come si fa a descrivere un uomo obbligato a prendere una posizione rivoluzionaria che non riesce a sostenere, nemmeno per amore? Ma poi, dimmi Lev, lui la amava veramente?

Ma torniamo a te, Anna.

Anna, tu sei una donna straordinaria. Vittima di due uomini troppo innamorati di loro stessi per accorgersi di avere tra le mani una gemma preziosa.
Tu, circondata da uomini e donne superficiali, mediocri, sprofondati nei codici sociali. Tu brilli. 
Non subito, però. Ti fai spazio pian piano, fino a quel momento. Quel fatidico momento.
Nel tuo sguardo "[...] i visi della gente si deformano, le miserie della vita sociale vengono smascherate, le convenzioni umane svelano la loro artificiosità. [...]"*
Hai scardinato l'insopportabile conformismo in cui eri immersa. Hai smesso di accettare la falsità di un mondo che, insomma diciamocelo, hai sempre rifiutato dentro di te.

E ringraziamolo Vronskij, per averti dato la spinta verso il lancio, anche se i suoi occhi e il suo sorriso si sono fatti di ghiaccio quando gli hai spiattellato in faccia la realtà della vita.
Poco importa.

Ringraziamo anche Stiva e Dolly, Levin e Kitty. Ringraziamo Betty e Karenin - anche se vi ho odiato e continuerò a farlo.
Ma ringraziamoli.
Tanto alla fine siamo rimaste solo io e te. 
Io che mi sono dovuta ricredere, quando per sbaglio ti ho definito un personaggio passivo, alla Lucia Mondella. E tu, che invece sei la forza motrice di tutto.

Sei l'eroina di te stessa. E sei la mia.

Grazie Anna Karenina.

Grazie Lev Tolstoj.

Vostra, Claudia

Note:
* Cit. Eraldo Affinati


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2 commenti:

  1. Anche io ho amato moltissimo Anna Karenina, e Tolstoj mi ha stregata con i suoi personaggi vividi. Forse anche per questo, nonostante tutto, non sono mai riuscita a provare odio per Karenin; è solo un uomo che affronta il dolore come può (per quanto male).
    I miei preferiti, però, sono sempre stati Kitty e Levin :)

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    Risposte
    1. Tolstoj mi ha stupito, veramente.
      Devo dire che per Karenin ho provato sentimenti contrastanti. In alcuni momenti l'ho odiato in altri mi ha suscitato solo pena per la sua inettitudine (possiamo dirlo?) e per il suo vittimismo (mi ha ricordato molto Don Abbondio).
      Kitty ... Oh Kitty. Ancora acerba, ingenua. Levin è un gran bel personaggio!
      A presto cara :) Grazie per il commento!

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